La Sanità integrativa: sono più di 16 milioni gli iscritti; restano invece stabili al 33% le prestazioni vincolate. Cosa possiamo aspettarci dai dati del 2024?

Damiana Mastantuono

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Gli ultimi dati relativi al sistema dei Fondi sanitari iscritti all’Anagrafe sono quelli presentati lo scorso febbraio dalla Direzione Programmazione Sanitaria del Ministero in Senato, alla Audizione presso la 10° Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale. 

La fotografia che ne emerge è quella di un fenomeno in continua crescita sia in termini di iscritti (più di 16 milioni) che in termini di prestazioni erogate, che nel 2023 hanno raggiunto i 3.243.378,706 (di cui il 33% prestazioni vincolate). Un dato importante che va arricchito con quello delle adesioni, soprattutto individuali, a mutue, enti e fondi non iscritti all’Anagrafe. Un dato, inoltre, che potrebbe evolvere nel tempo, già a partire dalla dichiarazione del 2024 su dati dell’anno fiscale 2023.

In questi giorni, infatti, i Fondi stanno completando le pratiche per le nuove dichiarazioni all’Anagrafe, in un contesto di forti stimoli al cambiamento. Nei mesi precedenti sono andati avanti i lavori dell’Osservatorio sui Fondi Sanitari e quelli sul Cruscotto delle prestazioni e molti Fondi considereranno l’anno fiscale 2025 un anno di prova per avviare lavori di riclassificazione dei nomenclatori e in alcuni casi di restyling delle prestazioni. 

Le tante “riforme” annunciate e i tentativi di modifica legislativa – sperimentati anche in occasione dell’iter che ha riguardato il recente decreto “liste di attesa” – ci lasciano in una situazione di apparente stallo ma la tendenza generale e la strada da compiere sono chiare e hanno ad oggetto un lavoro di ridefinizione delle prestazioni e di valorizzazione delle aree extra lea dei nomenclatori. 

Sono, invece, ancora molte le incertezze sul lavoro operativo e interpretativo da mettere in campo, a partire dalla definizione sulle prestazioni cd. prestazioni vincolate che anche quest’anno – complici anche le ormai famose faq presenti sul sito del Ministero della Salute – hanno spinto i fondi a dichiarare dati disomogenei. Molti fondi hanno inserito nelle certificazioni di cui all’art. 3, comma 4, del D.M. 27 ottobre 2009 l’intero ammontare delle prestazioni di compartecipazione alla spesa sanitaria (cd. rimborso ticket) vuoi per la loro natura di prestazioni sociali a rilevanza sanitaria che per la loro natura di prestazioni extra-Lea, molti altri hanno invece attestato le sole prestazioni odontoiatriche, sociosanitarie e di recupero della salute, letteralmente richiamate dalla lettera dell’art. 2, comma 2, lett. a), b), c), d), del D.M.27 ottobre 2009, restando fedeli alla precedente prassi e alla lettera della norma.

Quale sarà la conseguenza di queste dichiarazioni eterogenee? Come dovremo valutare i dati sulle prestazioni che emergeranno dalle dichiarazioni relative all’anno fiscale 2023? Quanto crescerà la percentuale di prestazioni vincolate dichiarate dai Fondi?

Al di là della possibile “modifica qualitativa” dei dati in questione e della probabile “impennata” delle prestazioni vincolate del 2023, questa circostanza ci mette di fronte alla necessità di un intervento chiarificatore in grado di tornare sul corretto significato della cd. soglia di prestazioni vincolate. Si tratta di una soglia caratterizzata da specifiche aree su cui il nostro SSN chiede un supporto specifico della sanità integrativa (al di là della loro natura integrativa, complementare o sostitutiva), o dobbiamo pro-futuro ridefinirla (come spesso previsto nei documenti presenti sul sito dello stesso Ministero, es. FAQ per il 2024) come la soglia delle prestazioni extra-lea, sia integrative che complementari al sistema pubblico? Sarà la cd. soglia delle prestazioni vincolate lo strumento che il nostro legislatore utilizzerà per aumentare il livello di sussidiarietà tra primo e secondo pilastro sanitario?

Se la messa a regime del Cruscotto avverrà nell’anno 2027, come annunciato in sede istituzionale dal Ministero (cfr. box 2), abbiamo qualche anno di tempo per lavorare su questi dati e sulla nuova tassonomia delle prestazioni.

L’auspicio è che questa esasperata attenzione alla riclassificazione formale delle prestazioni, e questi continui sforzi interpretativi sul concetto e sulla consistenza delle cd. prestazioni vincolate, non distolgano i Fondi dalla principale attività di pianificazione strategica, ormai indispensabile per assicurare sostenibilità e appropriatezza degli interventi.

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